LA CORTE UMANISTICA DEL CARDINALE A CASTIGLIONE. PERCHE' DIVERSA?

 

   Cos'è una corte? "..la corte è un luogo incantato. Come uno scrigno racchiude quanto di più prezioso la società del suo tempo può offrire. Come in una cattedrale, mosaici, affreschi, pitture  e azazzi ne adornano le pareti; le credenze traboccano di argenti e cristalli di rocca; gli "studioli" costudiscono gli arcani poteri; le biblioteche conservano gli antichi codici miniati; grandi specchi moltipicano gli spazi; come tanti orti botanici i giardini mostrano le piante più rare; nei serragli animali esotici stupiscono il visitatore. L'immaginifico, il sovrappiù il grandioso è il distintivo di ogni corte." Queste le osservazioni di Sergio Bertelli, tratte dalla più aggiornata ricerca sulle corti italiane "Le corti italiane del Rinascimento", definiscono chiaramente cos'è una corte nel XV sec. e da questa breve descrizione s'avverte non solo il senso della vita di corte, ma nche ciò che la corte sul piano politico, sociale e culturale può rappresentare. Fra l'autunno del medioevo e i primi secoli dell'età moderna, si afferma in Italia questa nuova realtà. Ma se fin qui abbiamo, se pur solo con uno scarno accenno, parlato delle corti italiane, come realtà importante e fondamentale nell'assetto storico politico ed artistico del fine medioevo, per Castiglione  Olona si può riscontrare la stessa struttura e soprattutto la vita scandita da quel cerimoniale e da quel rituale ben preciso di ogni altra corte? Non è facile rispondere a questo interrogativo.  Sulla fine del 1431, Francesco Pizzolpasso,Vescovo di Pavia e poi Arcivescovo di Milano, nel suo breve soggiorno a Castiglione, ospite del Cardinale Branda dice che.." ....in quel luogo ove fui begnignamente accolto, visitai con grande interesse il grande palazzo ...che non solo s'addice a un borgo, ma così sontuoso, è degno di una città. Il palazzo ha molte stanze, locali e sale opportune per il decoro e la convivenza socile sia dell'antica che della recente nobiltà; esso è arredato con meravigliosa e preziosa suppellettile..." Questa descrizione del Pizzolpasso è estremamente eloquente per quanto riguarda il palazzo del Branda, ma la "curia" lo "status", la "famiglia cardinalizia" com'era? Il 13 giugno 1935 il sogno dell'Arciprete  don Antonio Barile si realizzò, e in pomeriggio assolato il sarcofago del Cardinale Castiglioni venne aperto, esattamente dopo quattrocentonovantadue anni dalla morte, avvenuta a Castiglione Olona il 3 febraio 1443. Levata la pitra tombale, apparve intatta una cassa di noce, completamente impeciata,; sopra un documento di pergamena finissima  a tre paginette; il "curriculum vitae" del defonto Cardinale. Questo documento importantissimo di cui si ignorava l'esistenza, terminava con queste parole:"...io prete Giovanni da Olmutz, di nazione moravo, primo Scolastico della Chiesa dei Santi Lorenzo e Stefano, che sono stato per diciotto anni famigliare e Cappellano del predetto signor Branda, pienissimamente inormato di tutte le cose sopravvissute, ho speso questa relazione a memoria del Padre e ad esempio dei posteri. Questo documeto fu messo in iscritto dal Prete signor Filippo (Castiglioni) da Gornate, Prevosto di Segrate, notaio apostolico e maggiordomo del predetto signor Branda..."  E' dunque Giovanni da Olmutz, suo segretario e primo scolastico di Castiglione Olona, ha regalarci le notizie più attendibili sul grande Cardinale Castiglioni. In questo "curriculum" ora conservato gelosamente tra i tesori più preziosi dell'Arcipretura di Castiglione Olona si legge "...Branda ebbe continuamente molti famigliari. Nella sua Corte ne aveva alla mensa ottanta, e teneva altrettanti cavalli e due cocchi sontuosi. Tutti i vasi e gli utensili suoi, specialmente quelli necessari per il servizio di mensa, erano d'argento e d'oro, così che la sua "credenza" era reputata degna di un re, ed il modo di banchettare splendido e signorile. Gli avanzi dei pasti venivano quotidianamente serviti fuori dalla porta  ai poveri con l'aggiunta di bevande. Egli invitava a voce alla sua tavola Prelati, Dottori, Maestri di ogni qualità, coi quali a pranzo finito, teneva circolo  e sapintissimamente conversava su qualunque argomento, d'arte o di teologia. Largiva elemosine agli indigenti, dotava fanciulle povere, largheggiava coi parenti, li colmava di onori , ne mai si doleva di fatiche o di spese fatte per elevare i parenti o soccorrere i poveri di Cristo..." Giovanni da Olmutz, che ben conosceva la "curia" del cardinale , in questa descrizione, delinea i tratti  di una famiglia cardinalizia, pari a una corte principesca. Non solo, Francesco Pizzolpasso, ancora descrive uno dei divertimenti tipici collettivi tanto graditi ai Signori di quei tempi; la "caccia alla bavarese". Dei cani molossi rintracciavano la selvaggina nei boschi, la inseguivano e la spingevano verso l'Olona , nei pressi del Mulino", dove era accolta dalle grida di tutti e quindi la abbattevano.  Ma soprattutto Branda Castiglioni fa della sua "corte" un luogo privilegiato di cultura, quasi come oasi incantata nel deserto prealpino, accoglie, invita, esalta pittori, scultori, letterati, maestri di ogni arte. Il suo nobilissimo animo, il suo spirito umanistico, il suo stesso carattere pare traspirare ancor oggi dai suoi monumenti,veri gioielli d'arte e d'amore, che impreziosiscono questo lembo di terra lombarda........... (fine prima parte)  


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