FALCONE/BORSELLINO stragi di Stato????

DEDICATO AL PROSSIMO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA E AI DIECI MEMBRI LAICI CHE IL NUOVO PARLAMENTO DOVRA' INDICARE PER LA COMPOSIZIONE DEL CSM.

 " Ripercorrendo queste vicende della vita professionale di Falcone ci accorgiamo come in effetti il paese, lo Stato, la magistratura, che forse ha più colpe di ogni altro, cominciarono a far morire Falcone nel gennaio 1988." (P. Borsellino)

"Giovanni Falcone era il più capace, il più famoso tra i giudici che hanno combattuto la mafia. Per questo nello stesso giorno in cui fui nominato ministro della Giustizia lo chiamai e gli affidai l'incarico più importante del ministero, quello di direttore degli Affari Generali. Insieme, abbiamo pensato e organizzato la più organica, determinata ed efficace strategia di contrasto a Cosa Nostra. La Mafia reagì uccidendo prima Falcone ,poi Borsellino con una violenza terroristica più efferata e rabbiosa di quella armata in precedenza contro i molti giudici e poliziotti, uomini politici che l'avevano contrastata. Pur tra tante affinità, la storia di Falcone è diversa da quella degli altri uomini dello Stato che hanno combattuto la mafia perché solo a Falcone perché solo a Falcone è capitato di essere perseguitato in vita non solo da Cosa Nostra, ma anche di essere avversato da colleghi magistrati, dalle istituzioni come il CSM e dal' Associazione Nazionale Magistrati, nonché da politici e giornalisti di vaie fazioni. Ancora oggi di quest'altra faccia della luna poco si sa perché poco é stato detto: Fece eccezione l'amico più caro di Falcone, Paolo Borsellino: " La Magistratura  che forse ha più responsabilità di tutti cominciò a far morire Giovanni Falcone ben prima che la mafia lo assassinasse a Capaci".

Da allora sono passati trent'anni. Per rispetto di Falcone, dei ragazzi che non hanno vissuto quel tempo, degli adulti che non hanno capito o lo hanno dimenticato, sento il dovere di tornare a riflettere per raccontare le verità di allora e quelle più recenti che ho appreso insieme al ruolo di chi, nel bene e nel male, ne fu protagonista dentro le istituzioni dello Stato, nella società e nel ruolo dell'informazione.   (Claudio Martelli)


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