BOTTEGAI ! Difensori delle città.......

Vogliamo riportare quanto pubblicato dal quotidiano locale "La Prealpina" a firma del suo direttore perchè sintetizza quanto sosteniamo da tempo ed è costantemente ignorata dalle istituzioni....salvo ricordarlo in occasione elettorale. Una lettera che Amilcare Adalberto Maria Pernallis inviava a un caro amico.

" Vedi caro amico -scrive l'ex garzone di salumeria,divenuto capitano d'industria- io lo so che il termine bottegaio non è facile da indossare con nonchalance.In troppi si sono divertiti a caricare sul sostantivo una serie di gravami negativi:Il bottegaio, avido, egoista, di vedute ristrette,timoroso, conservatore....e via dicendo, una satira amara fin dai tempi di Plauto. E che dire di molti nostri acclamati intellettuali e politici che hanno usato la parola bottegaio esattamente come un insulto?" "Varese città di bottegai- scrive ancora il Pernallis all'amico-era un'espressione limitativa fatta per offendere.Ed è stata usata anche per altre città della zona....E colpiva un tessuto economico che oggi, guarda come cambiano i tempi, andrebbe premiato con una medaglia al valore ed incitato a resistere, proprio come fai tu" "Le cose della vita mia hanno portato ad ingrandirmi, la mia mostarda di pere è stata il trampolino di lancio. Ma io sono rimasto con il cuore e con con la mente un bottegaio. Noi siamo le sentinelle delle nostre strade: dove ci sono le nostre, pardon, le vostre botteghe, la vita sociale è più viva e serena.Siete custodi di pezzi di città vivi, allegri,umani. E svolgete anche una funzione sociale importante, e non solo per gli anziani."
"Avere una bottega vicino a casa è una fortuna per molte persone.E vuoi mettere la lotta per l'omologazione che avete combattuto salvaguardando le piccole produzioni, mantenendo vive le diversità...? Adesso tutti si riempiono la bocca con i prodotti a km zero...Bravi! Ma se non ci fossero stati i negozianti come sarebbero sopravvissuti sino ad oggi certi piccoli produttori di alimentari? E il discorso vale anche per i tanti artigiani. E quanti posti di lavoro hanno mantenuto i bottegai anche in tempi difficili! Solo ora, dopo l'ultima massacrante crisi, molti hanno ceduto e tra i sopravvissutici sono quelli che hanno avuto la fortuna di gestire la bottega solo con l'aiuto dei familiari:lavorano in tre e portano a casa uno stipendio e mezzo,ma tirano avanti." "Io ti direi caro Carletto, che se hai qualche amico in politica dovresti proporgli di far erigere un monumento al bottegaio. Per rappresentare tutti quelli che continuano a battersi, con fantasia, perchè le nostre città abbiano ognuna caratteristiche originali, e non siano solo una sfilata di rivendita di oggetti omologati. L'incubo delle città fotocopia....Sarebbe la distruzione della meravigliosa e composita diversità italiana che tanto piace al mondo.... Io penso infatti che,in questa confusione in cui anche gli economisti sembrano non trovare una soluzione plausibile,i negozianti,pardon i bottegai,sono una prima linea fondamentale..E sì i tempi cambiano.....bisognerebbe davvero fargli un monumento  quelli che tengono vive le città evitando che tutto il mondo trovi,come unico panorama cui affacciarsi,la balconata di un centro commerciale. Pensa alle vie delle nostre città, alle vetrine allestite meravigliosamente e illuminate  quando viene la sera,alla vita che si affolla attorno ai banconi,alle inutili ma meravigliose essenze delle chiacchiere quotidiane....E guarda invece le vie con le vetrine deserte i locali bui come antri di caverne,le saracinesche abbassate.Le sfilate di caseggiati senz'anima viva neppure in pieno giorno....Caro Carletto, tieni duro. Lo so che il fisco vi tratta in sospetto e vi rende la vita complessa, me lo raccontano in tanti. Soprattutto quelli onesti perchè quelli disonesti,si sa,mettono in conto che qualcuno gli faccia le pulci. Lo so che per anni siete stati visti da molti, politica compresa,come un residuo destinato a scomparire. Ma credo proprio che le cose stiano cambiando.Non mollare."tuo AAM Pernallis
Ogni commento ci pare inutile così come ogni altra considerazione circa la sensibilità della maggioranza dei Comuni al mantenimento dei negozi di vicinato e al sostegno delle attività che ancora reggono nei centri storici o nelle periferie.  

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