NEW YORK - 28 OTTOBRE 1991- ASSEMBLEA GENERALE DELL' ONU - LA GIORNATA DELL' AFRICA-

1991- 2023  VS. BETTINO CRAXI

LO SVILUPPO AFRICANO CONTINUA A PRESENTARE INSIEME DUE CARATTERISTICHE NEGATIVE ; A LIVELLO DI REDDITO PRO-CAPITE BASSO E UN TASSO DI CRESCITA  DEL PRODOTTO LORDO, CHE SALVO QUALCHE ECCEZIONE NON RIESCE AD ADEGUARSI ALL'ELEVATO TASSO DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE E AL FABBISOGNO DI RISORSE ALIMENTARI, MENTRE L'AMBIENTE VIENE MESSO A DURA PROVA DALLA RICERCA DISORDINATA DI SOPRAVVIVENZA. IL MOND0 INDUSTRIALIZZATO DAL CANTO SUO  HA GRANDI RESPONSABILITA' E GRANDI DOVERI  NEI CONFRONTI DELL'AFRICA  PER TANTE RAGIONI ANTICHE E ANCHE PIU' RECENTI, DEL PERIODO COLONIALE E POST-COLONIALE. NEL NUOVO SCENARIO INTERNAZIONALE , MENTRE CALA  IL SIPARIO  SULL'ANTAGONISMO  FRA OCCIDENTE E BLOCCO SOVIETICO, L'AFRICA , NON PIU' TEATRO POLITICO-MILITARE  ALTAMENTE STRATEGICO, NON DEVE CORRERE IL RISCHIO DI ESSERE LASCIATA SOLA  A SE STESSA.

DI CERTO OCCORRE UNA UNA NUOVA TENSIONE TRA I POPOLI RICCHI VERSO L'AFRICA. LA TENSIONE ERA CRESCIUTA , ALMEN0 DEGLI ANNI '80 QUANDO  SUL CONTINENTE AFRICANO SI ERA ABBATTUTA LA GRANDE SICCITA' E IL DESERTO AVANZAVA, ASSIEME ALLA CARESTIA E ALLE LOCUSTE. GLI ANNI CHESONO SEGUITI NON HANNO CERTO RISOLTO I PROBLEMI DRAMMATICI, CHE, DA ALLORA, SI PRESENTARONO DI FRONTE AGLI OCCHI DEI PAESI AD ALTO REDDITO. SE CONSIDERIAMO L'AFRICA SUB SAHARIANA  E CIOE' LA MAGGIORE IN TERMINI DI TERRITORIO E DI POPOLAZIONE, LE CIFRE SONO IN LARGA MISURA  PEGGIORI DI QUELLE DI ALLORA. NEL DECENNIO '80 IL PRODOTTO PRO CAPITE  E' DIMINUITO DELL'1,2% L'ANNO. IL PRODOTTO PRO CAPITE ERA DI 340  DOLLARI. IL TOTALE DI 160 MILIARDI DI DOLLARI PER MEZZO MILIARDO DI PERSONE. GLI 830 MILIONI DI ABITANTI DEI PAESI AD ALTO REDDITO HANNO NEL 1989, OLTRE 15 MILA MILIARDI: CENTO VOLTE IL REDDITO DELL'AFRICA SUBSAHARIANA, IL DIVARIO, IN QUESTO BIENNIO, SI E' ACCRESCIUTO ANCORA, PERCHE' IL PRODOTTO PRO CAPITE DELL'AFRICA E' SCESO DI TRE PUNTI  MENTRE QUELLO DEI PAESI AD ALTO REDDITO E' SALITO DI DUE. IL REDDITO DI MEZZO MILIARDO DI PERSONE CHE VIVONO NELL'AFRICA SUBSAHARIANA HA COMPLESSIVAMENTE - AIUTI COMPRESI -UN REDDITO CHE E' PARI A QUELLO DELLA SVIZZERA. HA UN DEFICIT ALIMENTARE IMMEDIATO CHE L'ORGANISMO  DELLE NAZIONI UNITE  PER LA PROGRAMMAZIONE ALIMENTARE MONDIALE  STIMA IN 2 MILIONI DI TONELLATE DI EQUIVALENTE IN GRANO. TRENTA MILIONI DI PERSONE SOPRATTUTTO IN ETIOPIA, SOMALIA, SUDAN, ANGOLA, LIBERIA, MOZAMBICO, NIGER, RISCHIANO LA MORTE PER DENUTRIZIONE.. LE POLITICHE DI APPROVIGIONAMENTO ALIMENTARE SONO OSTACOLATE DALLA CARENZA  NELLE INFRASTRUTTURE  E NELLA RETE  DI  DISTRIBUZIONE, OLTRE ALLE DISTRUZIONI DOVUTE ALLE GUERRE CIVILI, ANCHE SE IL PRINCIPALE OSTACOLO E' DATO DALLA MANCANZA DI RISORSE FINANZIARIE, DOVUTA ALLO SQUILIBRIO DELLA BILANCIA DEI PAGAMENTI E AL PROSCIUGAMENTO DELLE RISERVE DI VALUTA. NELL'ULTIMO RAPPORTO DELLA BANCA MONDIALE SI LEGGE CHE LA TERRA ARABILE E' DIMINUITA DELLO 0,5 ETTARI PER PERSONA NEL 1965 E DELLO 0,3 NEL 1987, CIO' RAPPRESENTA UNA DIMINUZIONE DEL 40%. IL PROBLEMA ENERGETICO, CONNESO ALLA SCARSITA' DI VALUTA, COMPORTA, NELL'AFRICA SUBSAHARIANA UNA CONTINUA , ESACERBATA PRESSIONE SUL TERRITORIO. IL LEGNO COMBUSTIBILE FORNISCE INFATTI 80% DEL FABBISOGNO ENERGETICO DELL'AFRICA E LA SUA OFFERTA E' SEMPRE PIU' SCARSA. MAN MANO CHE QUESTA SI RIDUCE , AUMENTA L'IMPIEGO DELLO STALLATICO E DEI RESIDUI DEI RACCOLTI COME COMBUSTIBILI ANZICHE' COME FERTILIZZANTI.. IL SOVRA PASTURAGGIO  (OVERGRAZING) E' ACUTO IN PIU' DI UN QUARTO DEI 750 MILIONI DI ETTARI E' AVANZATA LA DESERTIFICAZIONE: UN POTENZIALE AGRICOLO DIFFICILE DA RECUPERARE. LA DEFORESTAZIONE, NEGLI ANNI RECENTI,PROCEDE A RITMO DI 35.000 CHILOMETRI QUADRATI DI FORESTE DISTRUTTE ALL'ANNO. IN 10 ANNI, UNA SUPERFICIE UGUALE A QUELLA DELL'ITALIA E DELL'OLANDA SOMMATE ASSIEME. EPPURE L'AFRICA HA UN POTENZIALE ELETTRICO DI 300.000 MEGAWATT, DI CUI MENO DEL 4% E' FATTURATO. CIO' PER NON PARLARE DELLE RISORSE DEL PETROLIO E DEL GAS NATURALE. FRA LE TRAGEDIE DELL'AFRICA SUBSAHARIANA VI E' ANCHE LO SVILUPPO DELL'AIDS. DEI 10 MILIONI DI PERSONE CHE DAL 1985 SONO STATE COLPITE DA QUESTO MORBO, 5,5 MILIONI SONO IN AFRICA E PER LA MAGGIOR PARTE IN QUELLA SAHARIANA. SECONDO UN RAPPORTO DELLA BANCA MONDIALE ,DEL 1991 - PIU' DEL 50%  DEGLI AMMESSI ALGLI OSPEDALI E' AFFETTO DA QUESTA MALATTIA. CIO' COMPORTA UNA MINORE DISPONIBILITA' DI POSTI LETTO, GIA' DI PER SE' SCARSI, PER LE ALTRE MALATTIE ED UN DRENAGGIO DI FONDI, SULLE ESIGUE SPESE  PER LA SALUTE DI QUESTE NAZIONI. GLI AIUTI A QUESTE NAZIONI  COSTITUISCONO, E' VERO, UNA QUOTA IMPORTANTE DEL PRODOTTO LORDO DELL'AFRICA SUBSAHARIANA: SI TRATTA, MEDIAMENTE, DEL 7,5% DEL LORO REDDITO. CI SI PUO' CHIEDERE COME SIA POSSIBILE CHE , NONOSTANTE QUESTI AIUTI IL TASSO DI CRESCITA DEL PRODOTTO LORDO DI QUESTI PAESI SIA COSI BASSO.

SI POSSONO DARE VARIE SPIEGAZIONI, IN GRAN PARTE CONNESSE AL CIRCOLO VIZIOSO DELLA POVERTA'. CIO' EMERGE DALL'ESAME DELL'ANDAMENTO DEL PRODOTTO LORDO DEI CONSUMI E DEGLI INVESTIMENTI  DI QUESTI PAESI NEGLI ULTIMI ANNI.  NEL 1980 GLI INVESTIMENTI FURONO 45 MILIARDI DI DOLLARI SU 225 MILIARDI DI REDDITO, PARI AL 20% DEL REDDITO COMPLESSIVO. NEL 1986 IL REDDITO DI QUESTA REGIONE ERA SCESO A 168 MILIARDI DI DOLLARI, SICCHE' LA PERCENTUALE  DI ESSO SUL PIL  ERA  ATTORNO AL 15% UNO SFORZO ECCEZIONALE SE SI CONSIDERA  CHE IL CONSUMO TOTALE ERA PRECIPITATO, IN UN SOLO ANNO, DA 172 A 148 MILIARDI DI DOLLARI, MENTRE LA POPOLAZIONE ERA AUMENTATA DEL3,5%. MA LA CADUTA DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME AVEVA GENERATO UN DECLINO ALLE ESPORTAZIONI CHE AVEVA INDOTTO, ASSIEME ALLE DIFFICOLTA' DELL'ECONOMIA E DELLA FINANZA, A SOSPENDERE E A RIDURRE IL SERVIZIO DEL DEBITO. VI E' POI STATA UNA LENTA E FATICOSA RISALITA DEL DEBITO CHE NEL 1990 E' ORA A 190 MILIARDI DI DOLLARI. COMPRESI OVVIAMENTE GLI AIUTI, MENTRE LE MAGRE ESPORTAZIONI SONO RIUSCITE A PAREGGIARE LE IMPORTAZIONI. L'INVESTIMENTO E', PERALTRO, SOLO 28 MILIARDI DI DOLLARI, PARI AL 15,5%DEL REDDITO COMPLESSIVO. E' EVIDENTE CHE, CON QUESTA MODESTA CIFRA DI DI INVESTIMENTI NON SI PUO' PRETENDERE UN TASSO DI CRESCITA DEL PRODOTTO LORDO MOLTO SUPERIORE A QUELLO CHE SI STA REALIZZANDO. DUNQUE UN BASSO REDDITO GENERA UN BASSO RISPARMIO E UNA MODESTA DISPONIBILITA' DI RISORSE PER L'INVESTIMENTO PRIVATO E PUBBLICO. MA CIO' IMPEDISCE UN ALTO SVILUPPO DEL PRODOTTO E  E DA LUOGO A RISTRETTE BASI FISCALI PERPETUANDO QUELLA CARENZA DI INFRASTRUTTURE E DI MANUTENZIONI, CHE SONO LA STROZZATURA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, FRA LE MAGGIORI CAUSE DELLA RIDOTTA PRODUTTIVITA' E DELLA DIFFICOLTA' DI DIVERSIFICARE LE PRODUZIONI E LE ESPORTAZIONI. IL PESO DEL DEBITO ESTERO FA IL RESTO. IN QUESTE CONDIZIONI, QUEL 7% DEL REDDITO, COSTITUITO DAGLI AIUTI ALLO SVILUPPO, IN GRAN PARTE, SERVE A MENTENERE IL LIVELLO DI SOPRAVVIVENZA E DI SUSSISTENZA ECONOMICA CHE DIVERSAMENTE CROLLEREBBERO. INVERO GLI SCENARI DELLA BANCA MONIALE DANNO, DA QUI AL 2000, UNA CRESCITA  DELLO 0,5% DEL PRODOTTO  PRO CAPITE DELL'AFRICA  SUBSAHARIANA; UNA IPOTESI GIA' POSITIVA, RISPETTO AL DECLINO PAUROSO DEL DECENNIO '80, MA TALE  CERTO DI NON BASTARE A RISOLVERE I PROBLEMI DELLA POVERTA' E DA FORNIRE  LE RISORSE  PR AVVIARE UN CICLO DI ALTO SVILUPPO. PENSANDO ALL'AFRICA MEDITERRANEA, TROVIAMO SITUAZIONI DIVERSE, QUANTO A LIVELLI DI REDDITO E UN PROFILO COMUNE, PER QUANTO RIGUARDA LA CRESCITA DEMOGRAFICA. LE ECONOMIA DELL'ALGERIA E DELLA LIBIA HANNO RISPETTIVAMENTE, UN PRODOTTO PRO PRO CAPITE DI 2.300 DOLLARI E DI 5.600, CON UNA POPOLAZIONE  DI 24 E 4 MILIONI DI ABITANTI. LA TUNISIA CON I SUOI 8 MILIONI DI ABITANTI HA UN REDDITO PRO CAPITE DII 1,230 DOLLARI. L'EGITTO, DURAMENTE  COLPITO DALLE CRISI DELLA REGIONE, IN MOLTEPLI ASPETTI DELLA SUA ECONOMIA, DAL TURISMO AI TRAFFICI NEL CANALE DI SUEZ, ALLE RIMESSE DEGLI EMIGRANTI, HA UN REDDITO CHE E' POCO SOPRA I 500 DOLLARI. POICHE' L'EGITTO HA 50 MILIONI DI ABITANTI E IL MAROCCO 24 SI DEVE DIRE CHE DUE TERZI DELLA POPOLAZIONE DELL'AFRICA SETTENTRIONALE HA UN REDDITO MEDIO -BASSO O BASSO. E IL PESO DEL DEBITO SIA PURE CON ASPETTI DIVERSI, CONTINUA AD ESSSERE UN PROBLEMA DA CONSIDERARE CON COSTANTE ATTENZIONE. UNA GRANDE ATTENZIONE ACCOMUNA TUTTI QUESTI PAESI: LA SCARSITA' DEL TERRITORIO ATTUALMENTE COLTIVABILE RISPETTO ALLA POPOLAZIONE, LA CUI CRESCITA E' UN FENOMENO IMPONENTE, GRAVIDO DI CONSEGUENZE, PER TUTTI GLI STATI MEDITERRANEI E, DI RIFLESSO, PER L'INTERA EUROPA. L'ATTUALE TASSO DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE E' ATTORNO AL2,5% IN EGITTO E TUNISIA, ATTORNO AL 2,7% IN MAROCCO SUPERA IL 3% IN ALGERIA E IL 4% IN LIBIA. SECONDO PROIEZIONI DEMOGRAFICHE, PERCIO' L'AFRICA  MEDITERRANEA E' DESTINATA  A PASSARE DAGLI ATTUALI 110 MILIONI DI ABITANTI A 150 A FINE SECOLO, PER PERVENIRE A 229 NEL 2025. DAL CANTO LORO I PAESI EUROPEI DELLA CEE CHE GRAVITANO SUL MEDITERRANEO SONO ORA 172 MILIONI. ESSI SALIRANNO, AL NETTO DI EVENTUALI MIGRAZIONI, A 182 NEL 2025.ORA SUPERANO I 60 MILIONI  GLI ABITANTI DELL'AFRICAMEDITERRANEA,  FRA POCO PIU' DI 30 ANNI,CIOE' UNA GENERAZIONE, ESSI SUPERERANNO I 50 MILIONI DA QUELLI DEL NOR AFRICA. SENZA CONTARE I 50 MILIONI DELLA TURCHIA , CHE AL TRAGUARDO DEL 2025 SARANNO SALITI  A 90  E SENZA CONSIDERARE LA DINAMICA DELLE POPOLAZIONI AFRICANE SUBSAHARIANE CHE AL 2025 DOVREBBERO CONTARE 160 MILIONIDI ETIOPI, 300 DI  NIGERIANI, 110 DI KENIOTTI E UGANDESI,, 140 DI TANZANIANI E ZAIRESI, 60 DI SUDANESI E COSI' VIA.

D'ALTRA PARTE IL REDDITO PRO CAPITE FRA LE DUE SPONDE DEL MEDITERRANEAO E' FORTISSIMO: SI TRATTA IN MEDIA DI CIRCA 10 VOLTE TANTO. E' CHIARO CHE SE SI OPERASSE UN TENDENZA SIMILE AL PRINCIPIO IDRAULICO DEI VASI COMUNICANTI, L'ONDATA MIGRATORIA SAREBBE ENORME. IL PROBLEMA DI INTERDIPENDENZA CHE SI PONE TRA EUROPA E NORD AFRICA,DUNQUE,E' EVIDENTE. SI TRATTA DI INTENSIFICARE LO SVILUPPO E LA COOPERAZIONE ECONOMICA, CULTURALE , ISTITUZIONALE TRA LE DUE AREE, AL FINE DI DISINCAGLIARE LA BOMBA DEMOGRAFICA E DI PROMUOVERE UN EQUILIBRATO RAPPORTO  RISORSE-POPOLAZIONE, VALORIZZANDO, IL PIU' POSSIBILE ,LE VOCAZIONI LOCALI E REGIONALI, IN MODO CHE LE EMIGRAZIONI NON RAGGIUNGANO LIVELLI SCONVOLGENTI. LE STRAEGIE DI RILANCIO,CHE, DUNQUE, SI PRESENTANO PER L'AFRICA SONO VASTE E URGENTI. OCCORRE IN PRIMO LUOGO, CHE ALMENO UN DECIMO NELL'IMMEDIATO E GRADUALMENTE  UN ALTRO DECIMO DELLE SPESE  MILITARI DELL'OCCIDENTE , CHE S'AGGIRANO SUL 5,5% DEL SUO PRODOTTO LORDO E, DUNQUE, SUGLI 800 MILIARDI DI DOLLARI, SIANO DESTINATE , IN VARIE FORME, A INVESTIMENTI AGGIUNTIVI PER LO SVILUPPO  DEI PAESI MENO SVILUPPATI E DELL'EST.  SOLO COSI' SI POTRA' ALLENTARE LA PRESSIONE CHE VIENE FATTA , SUL FABBISOGNO DI RISORSE  PER L'INVESTIMENTO NEI PAESI DEL BLOCCO SOVIETICO E PER LA RICOSTRUZIONE DEL MEDIO ORIENTE. SECONDO LE STIME DEL FMI TALE FABBISOGNO SI AGGIRA SUI 100 MILIARDI DI DOLLARI ALL'ANNO NEL  PROSSIMO QUINQUENNIO. UNA PRESSIONE DI QUESTA ENTITA', OVE NON CONTRO BILANCIATA, E' DESTINATA A RIPERCUOTERSI NEGATIVAMENTE SULLA DISPONIBILIITA' DEI MEZZI FINANZIARI, PER INVESTIMENTI ORINARI E , CREDITI DI AIUTO E AIUTI PER IL TERZO MONDO. APPARE ANCHE INDISPENSABILE CHE SI DIA CORSO A QUELL'AUMENTO DELLE QUOTE DEL FMI E A QUELLA ESPANSIONE DI LIQUIDITA' CHE POSSONO SORREGGERE UNA NOTEVOLE RIDUZIONE DEI TASSI D'INTERESSE, IN UN AMBIENTE DI CRESCITA  ECONOMICA DIFFUSA E DI SVILUPPO DEGLI SCAMBI. IL TASSO DI INTERESSE REALE MEDIO DEL 4%, PREVALENTE NEL MONDO DA UN DECENNIO, CHE PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO DIVENTA DEL 6% E' IL DOPPIO DI QUELLO REGISTRATO, NELLE TENDENZE STORICHE DELL'ECONOMIA MONDIALE. ESSO E' INNATURALE RENDE ARTIFICIOSA LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA DEL DEBITO, FORMA D'INVESTIMENTO, RIDUCE GLI SPAZI  CHE LA FINANZA PUBBLICA DOVREBBE AVERE PER LE POLITICHE INFRASTRUTTURALI E PER LA VALORIZZAZIONE A LUNGO TERMINE DELLE RISORSE NATURALI. CONSIDEREANDO IN PARTICOLARE L'AFRICA, LA PRIMA RIFLESSIONE STRATEGICA  E' CHE PARTICOLARI  DOVERI E RESPONSABILITA' NEI SUOI RIGUARDI LI HA L'EUROPA  OCCIDENTALE, IN RAGIONE DELLA SUA STRETTA INTERDIPENDENZA FRA ESSA E IL CONTINENTE AFRICANO. MA CIASCUNO DEVE SVOLGERE  LA SUA PARTE, POICHE' ALCUNI PROBLEMI IN LINEE D'INTERVENTO - COME LA LIBERALIZZAZIONE DEGLI SCAMBI - NON POSSONO COINVOLGERE TUTTI I PAESI RICCHI. RITENGO  CHE SI  DEBBANO PROSPETTARE VERSO L'AFRICA, I SEGUENTI PUNTI PRIORITARI:

1. CONTINUARE, AMPLIARE, ACCELERARE LA REMISSIONE DEI CREDITI UFFICIALI VERSO I PAESI POVERI E SEMIPOVERI, PARTICOLARMENTE COLPITI DA EMERGENZE.

2. PROSEGUIRE E ACCRESCERE LE AZIONI DELLE ISTITUZIONI FINANZIARIE INTERNAZIONALI (IFI) RIVOLTE A FORNIRE  AI PAESI INDEBITATI POVERI O SEMI SPORTELLI SPECIALI PER PRESTITIA LUNGHISSIMO TERMINE A TASSI FORTEMENTE CONCESSIONABILI.

3. PROSEGUIRE E MIGLIORARE LE RIMODULAZIONI E RIDUZIONI DI CREDITI UFFICIALI DEL CLUB DI PARIGI, ESCLUDENDO - A DETERMINATE CONDIZIONI- LE CONCESSIONI ANCHE AI PERIODI SUCCESSIVI A QUELLI PRESI IN CONSIDERAZIONE NEI PRECEDENTI ACCORDI.

4.  ESTENDERE E RAFFORZARE IL PIANO BRADY, PER I CREDITI BANCARI,CON RIGUARDO AI PAESI AFRICANI A MEDIO REDDITO NELL'AMBITO DEI PROGRAMMI COORDINATI DI INTERVENTO CHE INCLUDONO ANCHE I CREDITI VERSO I GOVERNI E LE IFI.

5. SVILUPPARE GLI INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE (SWAP) DEI DEBITI  VERSO GOVERNI E E DEI DEBITI VERSO IMPRESE ED ENTI ASSISTITI DA GARANZIE ASSICURATIVE PUBBLICHE IN FONDI PER LA NATURA  DA FINANZIARE ANCHE CON ALTRE RISORSE. CIO' CON PRIORITA' ALLA TUTELA DELLE FORESTE, AL RECUPERO DELLE TERRE DESERTIFICATE, ALLA BONIFICA E TUTELA DEL MARE.

6. SVILUPPARE INTERVENTI SANITARI COORDINATI RIVOLTI IN PARTICOLARE, A COMBATTERE LE MALATTIE INFETTIVE PIU'  PERICOLOSE COME AIDS.

7. SVILUPPARE INTERVENTI BILATERALI E MULTILATERI  PER L'ISTRUZIONE  PROFESSIONALE E PER L'INSERIMENTO NEL MERCATO DEL LAVORO EUROPEO CON FORMULE FLESSIBILI, DEGLI EMIGRANTI ATTUALI O POTENZIALI.

8. FAVORIRE LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI E DELLA COLLABORAZIONE NELLE INIZIATIVE ECONOMICHE AFRICANE DELLE IMPRESE NEI PAESI INDUSTRIALIZZATI, MEDIANTE PROCESSI DI LIBERALIZZAZIONE APPROPRIATI E MEDIANTE L'ADOZIONE DI LEGISLAZIONI LOCALI BASATE SUL RISPETTO GENERALE DEI DIRITTI DI PROPRIETA' E DI IMPRESA, IL PIU' POSSIBILE STANDARIZZATE.

9. PROMUOVERE INFRASTRUTTURE E ACCORDI CHE DIANO LUOGO ALL'EFFETTIVO SVILUPPO DI GRANDI AREE DI MERCATO AFRICANE UNIFICATE, IN MODO DA CONSENTIRE NUOVE OPPORTUNITA' ECONOMICHE E COMMERCIALI SU AMPI BACINI DI DOMANDA REGIONALE.

10. PROMUOVERE E POTENZIARE ACCORDI FINANZIARI E COMMERCIALI IN CUI PER IL SERVIZIO DEI PRESTITI A MEDIO E LUNGO TERMINE  CHE VENGONO MESSI A DISPOSIZIONE DAL SISTEMA  BANCARIO, AI PAESI IN VIA DI SVILUPPO, SI IMPIEGANO I PROVENTI FUTURI DEI CONTRATTI DI FORNITURA DI LORO RISORSE, GARANTITI CON APPOSITE CLAUSOLE CHE NE ASSICURANO EFFETTIVA PERMANENZA E DURATA.

11. IN GENERE, ADOZIONE DI FORMULE DI FINANZA INNOVATIVA E SEMPLIFICATA  PER LE PROCEDURE  DI FINANZIAMENTO DELLE JOINT VENTURES E DELLE SOCIETA' MISTE, CONSENTENDO ALTRESI'  CHE I CONTRATTI ABBIANO LUOGO NON SOLO PRESSSO I MINISTERI DEI PAESI CHE DANNO CREDITI DI AIUTO, MA ANCHE PRESSO ISTITUZIONI BANCARIE.

IL PROGRESSO ECONOMICO-SOCIALE, AMBIENTALE DELL'AFRICA  E' UN INTERESSE COMUNE - E DEVE PERCIO' ESSERE UNA RESPONSABILITA' COMUNE- DEI PAESI AFRICANI E DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI E IN PARTICOLARE DELL'EUROPA.  ABBIAMO UN INTRESSE COMUNE  ALLA SALVAGUARDIA  DEI MARI E DELLE FORESTE DELL'AFRICA.  ABBIAMO UN INTERESSE COMUNE ALLA VALORIZZAZIONE DELLE SUE RISORSE MINERARIE, IDRICHE, AGRICOLE, ITTICHE E ALLA PRESERVAZIONE DI TALE PATRIMONIO AMBENTALE.  ABBIAMO UN INTERESSE COMUNE A FERMARE E FAR RETROCEDERE IL DESERTO, PERCHE' I CLIMI SONO INTERDIPENDENTI, E LE SABBIE DEL SAHARA COLORANO GIA' DI ROSSO I GHIACCIAI DELLE VETTE ALPINE.  ABBIAMO UN INTERESSE COMUNE A VALORIZZARE IL CAPITALE UMANO  DELL'AFRICA, IN UN RAPPORTO EQUILIBRATO TRA AREE GEOGRAFICHE E FRA CULTURE.  ABBIAMO UN INTERESSE COMUNE A CONSOLIDARE LA PACE  E A DEVOLVERE LE SPESE CHE VENIVANO DEDICATE ALLE ARMI E ALLA GUERRA A SCOPI DI SVILUPPO E PROGRESSO, DELA GIUSTIZIA , DELLA CIVILTA' UMANA.

nota:  oggi come allora...e sono passati 32 annI

ANTONIO  ERNESTO  SIMONETTO