..... DEI NEGOZI DI VICINATO.

Il commercio locale, quello di vicinato, è penalizzato da ostacoli normativi e burocratici che sembrano messi apposta per farlo scomparire. Il primo ostacolo al commercio di vicinato trova origine in una normativa europea troppo sbilanciata in senso liberista- ne è un esempio la Bolkestein del 2006 relativa al mercato dei servizi- che può essere modificata solo all'interno delle istituzioni europee. Il secondo ostacolo al commercio dipende invece quasi esclusivamente dalle scelte inopportune operate dalle singole amministrazioni locali nella stesura dei piani, nell'approvazione di regolamenti locali sia in campo tributario che viabilistico. E' pur vero che i Comuni nella loro attività amministrativa devono perseguire finalità generali e agire nelle modalità previste dalle legge, ma possono assumere delibere discrezionali tra loro anche molto diverse , più o meno legate a criteri economicità, efficacia, progettualità e trasparenza. Va da sè quindi che non tutte le amministrazioni, per quanto accomunate dalla medesima crisi finanziaria, si equivalgono quanto a risultati positivi raggiunti nel settore del commercio. Tutti condividono l'opinione che sia necessario e urgente rivitalizzare i centri storici ormai colpiti da una preoccupante desertificazione con ricette che mirano al loro rilancio, anche se poi le politiche adottate ne creano il loro totale abbandono....zone pedonali, traffico limitato, affitti non calmierati, soste vietate, assenza di strategie viarie e  parcheggi adeguati. La Regione Lombardia  sul commercio, anche ultimamente, impone ai comuni, proprio per migliorare la funzionalità e la produttività del sistema  dei servizi commerciali, di adottare, sentite le associazioni di categoria, un atto di programmazione della durata quadriennale. Pochi sono i comuni che l'hanno adottata....il che è tutto dire circa la'effettiva volontà d'intervento. Ora in attesa che i governi e il parlamentari europei riformino un ordinamento giuridico che si è dimostrato ampiamente inadeguato ad affrontare la crisi mondiale del commercio, sarebbe buona cosa che le amministrazioni recentemente elette, mettessero in atto, ed è possibile quasi a costo zero, quelle pratiche che sono in grado se non di risolvere i problemi almeno di non aggravarli. 

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