CENTRI COMMERCIALI è la scelta migliore........?

Riportiamo alcuni passi di una lettera inviata da un cittadino al quotidiano "La Prealpina".a proposito dei centri commerciali.       

"Dal 1950 al 1990 la richiesta era basata sulla qualità del prodotto,il prezzo d'acquisto era la giusta conseguenza della qualità richiesta.L'Italia in questo periodo era collocata nella classifica mondiale al quinto posto come potenza economica.Tutti i parametri in positivo;crescita,sviluppo,benessere,circolazione di denaro,prospettive allettanti per il futuro.Il lavoro era socialmente ben distribuito tra migliaia di piccole e medie aziende di produzione di ogni genere e settore di merce. La crescita era premiata,specialmente nei confronti dei più laboriosi,dei più intraprendenti,dei più creativi.L'esplosione del nord/ovest e del nord/est a valori mondiali è stato uno dei migliori progetti dello sviluppo economico. Sono rimaste al palo le regioni del sud purtroppo per mancanza di infrastrutture adeguate. Lo Stato era molto meno invasivo nei confronti dei cittadini,sia nella richiesta di oneri sociali sia nella richiesta di oneri fiscali sia nelle tasse sul patrimonio immobiliare. All'improvviso,a partire dalla fine degli anni'90 cominciano a far capolino i grandi centri commerciali che con il maldestro aiuto delle amministrazioni locali,completamente improvvide,si lasciano incantare e incastrare dall'idea di assunzioni di molti dipendenti,necessari per il buon funzionamento dell'esercizio commerciale,rilasciano con faciloneria ed incapacità amministrativa delibere di costruzione edilizie per grandi superfici.La gente si butta in massa in questi centri,cominciano così le prime sofferenze di tutte le attività aziendali e dei piccoli negozi commerciali distribuiti sul territorio circostante.In questa fase di rottura dei vecchi schemi del mondo del lavoro tradizionale nessuno dei nostri amministratori si accorge che a fronte di 100 nuove assunzioni si danneggiano 2.000 persone che vengono collocate in difficoltà di occupazione. Nasce la famosa cassa integrazione, fenomeno completamente trascurato e sottovalutato nella sua dinamica che in seguito porterà ad un dramma sia sociale che economico per le casse debitorie della nostra nazione. Il mercato cambia totalmente il suo modo di essere,si assiste allo storico passaggio tra buon prodotto/persona allo scaffale/cliente. Il rapporto umano è calpestato, il rapporto sociale è soppresso, la qualità del prodotto è distrutta,la provenienza del prodotto è dimenticata. Avanza solo e soltanto il nuovo progetto economico:il prezzo.Il consumatore finale non compra più l'articolo cento per cento prodotto garantito in Italia, ma compra solo il prezzo, non importa la qualità garantita,non importa la provenienza del prodotto, importa solo e soltanto il prezzo.L'avidità dei centri commerciali nel proporre articoli sempre a meno del centro commerciale rivale nel territorio circostante, impone la teoria malvagia di trascurare totalmente il prodotto italiano perchè composto da altre spese contributive e fiscali, del tutto condivisibili come grande conquista sociale di libertà del dipendente, per favorire solo e soltanto il prodotto orientale sgravato da tutte da tutte quelle spese fiscali che rappresentano lo sfruttamento della manodopera sottopagata schiavizzata,senza nessun tipo di protezione sociale.Come è possibile che il cittadino italiano non si accorga che con questo comportamento si sta privilegiando solo pochi uomini? Rastrellatori di reddito sono al comando di questi imperi la cui ricchezza è sbalorditiva nei suoi numeri,invece di adoperarsi alla distribuzione equa delle cose e della ricchezza" (G.A.)

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